Perchè frequentare una scuola per barbieri?
Vita da barber, curiosità e aneddoti su uno dei mestieri più antichi al mondo.
Siete sicuri di sapere tutto?

Essere barbieri non è un gioco. Essere barbieri è bello quanto difficile. Essere barbieri non è una scelta ma quasi una vocazione. Nella notte dei tempi questo mestiere si vociferava fosse per pochi, così già dal Paleolitico chi lo praticava erano solo persone di alto rango sociale. Saggi e sacerdoti tagliavano i capelli al popolo credendo di poter spazzare via il male accumulato, ritrovando nuove energie.
I barbieri insomma non erano persone qualunque, erano serviti, riveriti e considerati una salvezza per la comunità. I ritrovamenti archeologici nell’antico Egitto risalenti al 3500 A.C. testimoniano di pietre aguzze considerate utensili da barbiere. La storia del barbiere passa poi per antichi greci e romani, questi ultimi sempre rasati e coi capelli a posto; ma solo dopo aver subito l’influenza ellenica, per poi arrivare all’invasione dei barbari in Europa, ritorna la moda di barbe e capelli lunghi come nel primo periodo dell’Impero Romano. Nel 296 A.C. si racconta fu introdotta da un senatore romano la prima vera barberia capitolina e d’Italia.
Fino al 1745 le piccole operazioni chirurgiche erano compito dei barbieri che in sostanza diventavano più medici che specialisti del capello, poi per volere del re Giorgio II di Gran Bretagna le due compagini si separarono definitivamente. Sulla stessa scia si comportò anche re Luigi XIV di Francia, con conseguente e progressiva perdita di prestigio della professione in tutta Europa. Ma in realtà fu proprio con questa pratica che si diffuse il vero simbolo della barberia e dei barbieri in tutto il mondo. Il palo girevole che oggi tutti noi vediamo fuori dai Barber-shop nacque proprio per segnalare la presenza del barbiere chirurgo all’interno del negozio. Composto inizialmente da due colori (rosso e bianco), in origine il rosso simboleggiava il sangue mentre il bianco i bendaggi utilizzati per fermare il flusso sanguigno di estrazioni e salassi.
L’invenzione è senza ombra di dubbio di origine britannica e proprio per questo quando si diffuse negli Stati Uniti (che non gli va proprio di essere al secondo posto) venne aggiunto il blu: secondo alcune interpretazioni indica il colore delle vene, secondo altre è un modo per riprendere i colori della bandiera americana. Le versioni girevoli, quelle che conosciamo bene grazie ai film e ai talk-show americani “molto sobri”, sono relativamente recenti. In passato c’era solo un semplice palo.
Negli Stati Uniti è rimasta una sola azienda che produce pali da barbiere girevoli, la William Marvy Company di St. Paul, in Minnesota. Tutti gli altri produttori sono stranieri in buona parte cinesi stando alle dichiarazioni del proprietario Bob Marvy (Marvy incolpa i Beatles e i loro capelli lunghi per la crisi della professione del barbiere nella seconda metà del Novecento, pensiero molto opinabile ma pur sempre da rispettare). Negli anni ’60 la William Marvy vendeva fino a 5.100 pali da barbiere all’anno, ora il numero scende a 500.
Al momento anche in Italia è possibile vedere una miriade di pali da barbiere in giro per le città, un po’ perchè la moda lo ha reso normalità e un po’ perché è diventata una prassi convenzionale per segnalare l’attività.

La vita da barber non è facile, la sveglia suona presto e le serrande le alzi e le abbassi quando spunta e sorge il sole. A volte sei stanco, ma no, non ti puoi fermare. A volte le cose vanno come non ti aspetti, a volte fai finta che vada tutto bene. E poi sei pure un confidente, sempre professionista, ma pronto a dare la pacca sulla spalla quando serve. Sopporti il caldo dell’estate col grembiule pieno zeppo di capelli, clipper e forbici di ogni tipo. Non sempre è facile far comprendere il tuo lavoro, molti ci vedranno un semplice taglio, alcuni faranno fatica a percepire la dedizione, altri penseranno che è normalità.
Se qualcuno si accorgerà di una bella geometria sulla barba per te sarà una soddisfazione, e forse la notte non dormirai per l’euforia. Quando ti stringeranno la mano facendoti i complimenti ti sembrerà di aver scalato l’Everest, o forse semplicemente di essere arrivato alla meta. La vita da barber è un po’ così, piena di alti e bassi, incertezze e burroni, però guarda che panorama.
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I temi trattati:
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